Scheda botanica Canna domestica

Canna domestica

 

 

FAMIGLIA: Poaceae 

NOME SCIENTIFICO: Arundo donax L.

NOME SARDO: Canna; Cagna

UTILIZZO: Artigianato, entità officinale.

 

 

Pianta perenne di altezza compresa tra i 2 e i 5 m, con rizoma grosso e fusto eretto e vuoto, infiorescenza a pannocchia violacea con spighette pelose. Vegeta in terreni umidi e freschi, lungo i corsi d’acqua, le paludi, gli stagni, lungo i margini di terreni coltivati sopportando anche i suoli con un moderato grado di alofilia. La canna domestica in condizioni favorevoli tende a formare densi canneti, importanti dal punto di vista ecologico in quanto non solo rappresentano la nicchia ecologica di numerose specie animali (mammiferi, rettili, anfibi) ma divengono luoghi di sosta, svernamento e nidificazione di numerosi uccelli.

 

PERIODO DI RACCOLTA: la canna viene raccolta recidendola alla base. Il periodo migliore per la raccolta è quello invernale, quando il ciclo vegetativo è fermo. Canestrai esperti consigliano di raccoglierla sempre in luna calante, per evitare che si tarli, e indicano la luna calante di febbraio come il momento migliore per la raccolta. 

 

UTILIZZO: La Canna domestica viene ampiamente utilizzata nella tradizione sarda in quanto materiale dai molteplici impieghi. Raccolta e fatta essiccare, rappresenta un ottimo materiale per costruire tettoie rustiche (incannizzau), recinzioni, stuoie, canne da pesca, bastoni da passeggio, ceste (scatteddus) e cestini (cadinus) e numerosi altri oggetti. 

 

PROPRIETA’: La Canna domestica trova impiego anche per le sue proprietà officinali essendo depurativa e diuretica. L’infuso di radice è utilizzato per curare febbre, influenza e raffreddore, bronchiti e per ridurre gli edemi. In medicina popolare è usato per interrompere la montata lattea.

 

CURIOSITA‘: Inoltre trova impiego nella realizzazione di vari strumenti musicali tra i quali, quello di maggiore interesse, sono le famose “launeddas”, il cui suono rappresenta la Sardegna nel mondo. Lo strumento è costituito da tre canne di diversa lunghezza e diametro: la prima, la più lunga, si chiama “tumbu” e non ha fori laterali, la centrale “mancosa” a cinque fori rettangolari quattro dei quali vengono coperti con i polpastrelli delle dita; la terza “mancosedda”, la più corta, ha cinque piccoli buchi dei quali uno solo viene lasciato libero. Le launeddas sono l’unico strumento polifono che viene alimentato a fiato continuo. Tra i numerosi strumenti musicali costruiti con l’uso della canna domestica vi sono anche “is benas”, lo “zurfolo del pastore” detto anche “pipiriolu”, il “flautu ‘e canna” e “iskeliu”.

 

Ultimo aggiornamento

9 Luglio 2021, 10:21